Ө-Ө G Щ™: La science raciste: l'eugénisme.

Scienze razziste: l’Eugenetica. 

 Una pseudo – scienza, assurta al ruolo di scienza assoluta, è alla base delle stragi sottaciute dai principali paesi democratici, da sempre dichiaratisi portatori di democrazia e autoproclamatisi difensori dei diritti umani.

Eugenetica è il termine che descrive la disciplina che si preoccupa del perfezionamento della specie umana, attraverso lo studio e la selezione di caratteri fisici e mentali ritenuti positivi.
Nella storia umana, l'Eugenetica è rintracciabile fin dagli albori della civiltà; nella città di Sparta, per esempio, i neonati nati con malformazioni venivano gettati impietosamente dal monte Taigete, mentre nell'Atene di Platone ed Aristotele,  venivano abbandonati.

Nella Francia rivoluzionaria, patria di uguaglianza, libertà e fraternità, gli eccidi di prostitute e ritardati mentali erano una consuetudine, questi venivano consumati "con discrezione" nelle carceri francesi. Nella storia contemporanea, l'Eugenetica trova consenso e appoggio nelle teorie sulla razza che in Europa si affermarono con i movimenti dello "Sturm und Drang", del "Positivismo" e delle altre correnti superomiste. Così per tutto il novecento, maggiormente in Gran Bretagna, l'Eugenetica viene studiata come una vera e propria scienza.

In Italia fu il medico e antropologo Cesare Lombroso, che nei suoi studi sulla criminalità associati alla fisiognomica, generò la cosiddetta "teoria lombrosiana". Questa riconduceva i comportamenti sociali di un individuo, al proprio aspetto fisico, generando così la teoria del "criminale fin dalla nascita". La teoria di Lombroso è uno dei fondamenti del razzismo scientifico fascista e nazista, che anche su tali basi pseudoscientifiche si affermarono più tardi.

L'Eugenetica in quegli anni, è una scienza molto sentita negli ambienti medico-scientifici, e furono molte, le società di eugenetica che nacquero in quegli anni. Queste ultime, erano fortemente permeate della teoria lombrosiana e dalla teoria del Ceco Gregor Johann Mendel. Il quale, sosteneva che l'ereditarietà fosse un fenomeno dovuto ad agenti specifici contenuti nei genitori del soggetto.

Grazie a tali presupposti, l'eugenetica venne elevata al rango di nuova scienza sociale, e poiché lo scopo di tale scienza era la salvaguardia ed il miglioramento del patrimonio biologico, il passo successivo fu di applicarne i principi alla società, facendo sì che tali comportamenti razzisti e criminali, venissero accolti dalle popolazioni come  un doloroso, ma necessario rimedio, per migliorare la società e preservare la razza.

Le più grandi società di eugenetica nacquero in Gran Bretagna e Stati Uniti.

Prima ancora della Germania nazista di Hitler e dell'Italia fascista di Mussolini, l'impatto soceiale dell'eugenetica si verificà in Inghilterra con la Britain’s Eugenics Society e negli Stati Uniti con l’American Eugenics Society. Sempre negli Stati Uniti, si verificano le prime proposte di sopprimere malati mentali, epilettici, criminali. La castrazione divenne l'alternativa più umana, alla risoluzione del problema.

L'eugenetica, raccolse grande consenso negli USA, e nel decennio 1910 - 1915, riviste scientifiche come: "Genetist" e "Popular Science", erano apertamente schierate a favore dell'eugenetica, ormai assurta a vera e propria scienza. Non di rado testi scientifici mettevano in correlazione, intere popolazioni ad aberrazioni comportamentali.

Nel 1910, prima della Grande Guerra, il biologo americano e cofondatore dell'Ecologia, Charles B. Davenport, fondò l'Eugnics Record Office, il più importante centro americano di eugenetica. Questo centro promosse la sterilizzazione dei soggetti non idonei. Queste persone erano da sterilizzare, poiché non dovevano riprodursi in quanto portatori di difetti ereditari.

Il paradosso americano.

 Come si sarebbe espressa su di lui l'Eugenetica?

Com'è noto, gli Stati Uniti d'America, nascono dall'unione e dagli sforzi di una moltitudine di popoli: africani, nativi americani, cinesi, messicani, europei. [Premesso che esiste soltanto una razza: quella umana, nda], Potrebbe una nazione siffatta parlare di purezza della propria razza?

Nel 1924, la legge sull'immigrazione, nota come "Johnson Act", impose un limite sull'immigrazione verso gli Stati Uniti, del 2% della popolazione immigrata totale, residente nel 1890. Gli effetti di tale legge portarono un drastico calo dell'immigrazione, dal 19% di Gran Bretagna e Irlanda, ad oltre il 90% per l'Italia. Tale decreto, era in piena armonia con i principi dell'eugenetica americana.


Limitando i flussi di immigrazione, si sperava di difendere e mantenere integra la propria purezza razziale [?], dai popoli mediterranei e dell'Est Europa, giudicati dall'Eugenetica, decisamente inferiori.

Il riscontro a quanto sopra, si evince dalle parole del ventiseiesimo presidente degli Stati Uniti, Theodore Roosevelt  «(…) il primo dovere di ogni buon cittadino, uomo o donna, di giusta razza, è quello di lasciare la propria stirpe dopo di sé nel mondo; e non è di alcun vantaggio consentire la perpetuazione di cittadini di razza sbagliata... spero ardentemente che agli uomini disonesti sia impedito del tutto di procreare (…)».

In sett'antanni di pratiche Eugenetiche, nei soli Stati Uniti, vennero "curati" oltre 65.000 pazienti. A quei tempi, per essere sterilizzati bastava essere dichiarato debole di mente, pazzo, idiota, imbecille, criminale-nato, o addirittura epilettico, moralmente degenerato o sessualmente pervertito.

Curiosamente, Adolf Hitler, che passò alla storia per aver sterminato sei milioni di ebrei, non è ricordato tra i più assidui sostenitori dell'eugenetica. Hitler lo era, come era un grande salutista. Nel suo libro "Mein Krampf", teorizzava già da tempo quanto gli americani avevano già fatto. Egli stesso si ispirò al libro dell'antropologo statunitense Madison Grant  "The Passing of the Great Race".

Il resto dell'Europa

In generale, occorre tenere presente che durante i primi decenni del '900, l'eugenetica era accolta e promossa in tutto il mondo occidentale. Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Francia, Svizzera, furono alcune delle nazioni che sterilizzarono, castrarono e uccisero centinaia di migliaia di malati di mente, di zingari, di prostitute, di omosessuali.

La politica diede inoltre una forte spinta in tal senso, sollecitando l'opinione pubblica, attraverso vere e proprie prese di posizione e campagne di sensibilizzazione in favore delle pratiche eugenetiche. Gli obiettivi erano ovunque gli stessi: migliorare la razza, l'economia, controllare la crescita demografica della popolazione. Ma l'eugenetica non era solamente repressione, e negli Stati Uniti, ormai profondi conoscitori della materia, si incoraggiava anche la riproduzione tra soggetti che ne rispecchiavano i caratteri positivi, ponendo in essere regole e prassi, più ferree di quelle che lo stesso fascismo, promosse per la difesa della razza. A dispetto dei luoghi comuni, che vorrebbero veder finire improvvisamente l’eugenetica, pochi sanno ad esempio, che proprio in Italia, si è praticata la sterilizzazione di alcune categorie sociali, con particolare attenzione alle portatrici di handicap mentale, in un momento storico e sociale ben lontano dal periodo fascista. Tra il 1985 ed il 1999, infatti, sono stati sterilizzati nel nostro paese almeno 6000 disabili psichici [fonte CNB].

L’eugenetica tedesca e “il permesso di annientare vite indegne di vita”.

Il dilagare incontrastato, della mentalità eugenetica, produsse devastanti effetti in tutta Europa e negli Stati Uniti. Molto prima del nazismo, in Germania si erano già sviluppati quei principi razzisti che non erano appannaggio del regime Hitleriano, ma ben si veri e propri principi eugenetici. Nel 1920, lo psichiatra Alfred Hoche e il giurista Karl Binding, pubblicarono i resoconti dell’eugenetica tedesca in un libro intitolato: Die Freigabe der Vernichtung lebensunwerten Lebens [trad. Il permesso di annientare vite indegne di vita]. La struttura del libro venne divisa in due parti: nella prima, a cura del giurista Karl Binding, si affrontarono temi quali l’eutanasia, il diritto al suicidio, e la cosiddetta “morte pietosa”. Tale ultima definizione era riservata a tre categorie di malati:

·        Malati o feriti terminali che, in possesso delle proprie facoltà intellettive, chiedevano esse stesse che venisse posta fine alle loro sofferenze;

·        Persone mentalmente incapaci. Definite “mentalmente idiote” da Binding, appartenevano a tale categoria quelle persone che vivevano esistenze inutili, costituendo un peso sociale. Binding le definiva «esistenze indegne di vita».

·        Persone in coma, che se si fossero risvegliate, avrebbero patito indicibili sofferenze.

Ancora più specifico nella schematizzazione fu il dott. Hoche, che separò ulteriormente le categorie di malati redatte da Binding. Inoltre, nella seconda parte del libro, Hoche usa un linguaggio estremamente pragmatico nei confronti dei disabili,  arrivando a paragonarli ad una zavorra per il paese, o paragonando il sistema sociale al corpo umano, i disabili sarebbero gli scarti, gli escrementi. Hoche arriva a proporre l’eutanasia per tali soggetti, più per motivi finanziari che medici.

Grazie anche a tali presupposti, la germania nazista, trovò un tessuto sociale assuefatto ai principi dell’eugenetica e pronto per il passo successivo; l’Aktion T4. Tale progetto, ideato e promosso dal regime nazista, porterà all’eliminazione fisica di oltre 70.000 persone in soli due anni, verrà interrotto per le continue proteste dei familiari, ai quali nulla veniva comunicato.

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