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sabato 16 febbraio 2013

NODDING DISEASE: I BAMBINI ZOMBI DELL'AFRICA MALATTIA NATURALE O TEST DI VACCINI FINITI MALE? LA SCIENZA UFFICIALE BRANCOLA NEL BUIO


NODDING DISEASE:
I BAMBINI ZOMBI DELL'AFRICA
MALATTIA NATURALE O TEST DI VACCINI FINITI MALE?
LA SCIENZA UFFICIALE BRANCOLA NEL BUIO

Che cos'è che riduce i bambini in vegetali:
 malattia naturale o test di vaccini?


INTRODUZIONE
Un'orrenda malattia sta devastando la gioventù di alcuni paesi africani: cause naturali o prove di vaccini sperimentali andate male? In Uganda, in uno di questi paesi poverissimi dell'Africa, sta avvenendo qualcosa di strano e di sconvolgente. Bambini nati sani che a partire dai 5 anni sviluppano una malattia che li trasforma praticamente in zombi, tanto che i genitori devono legarli per impedire loro di farsi del male, cadendo nei pozzi o di bruciare nei focolari domestici. La malattia si sta sviluppando in una vera e propria epidemia e la scienza ufficiale brancola ancora nel buio. Vi invito a dare una rapida lettura a questa pagina di Wikipedia: Nodding Disease.  Poi date un’occhiata a questo filmato prima di trarre le dovute conclusioni. Una patologia grave come questa difficilmente si sviluppa per cause naturali in così poco tempo. E poi perché prende di mira solo ragazzi dai 5 ai 19 anni? Si sa che le multinazionali dei vaccini, protette dai militari americani presenti nel continente africano, hanno usato per decenni, con la compiacenza dei governi locali, le popolazioni africane per dei test a loro insaputa. Hanno usato questi popoli come vere e proprie cavie da esperimento... Che sia stata una di queste sperimentazioni di uno o più vaccini la vera causa di questa malattia che rende i bambini degli zombi? Non lo sapremo mai anche se si sa che nei vaccini c'è il mercurio, letale per il sistema nervoso.
«Domanda: chi può essere la mente e il braccio di questa operazione? Innanzitutto, un nome non ci è nuovo: Bill Gates, infatti, ha investito 100 milioni di dollari nell’affare tramite la sua fondazione “benefica”; fu lui che, proprio un anno fa, dichiarò en passant che i vaccini provocano la sterilità, contribuendo a ridurre la popolazione mondiale. Ed è proprio lui che, in questi giorni, ha proposto di registrare tutti i neonati del pianeta e tracciarli con tecnologie wireless per sottoporli alle vaccinazioni. A produrre il vaccino in questione è la GlaxoSmithKline, colosso farmaceutico già sotto inchiesta in Argentina per la morte di 14 bambini su cui stava sperimentando un vaccino contro la polmonite e l’otite. Glaxo è inoltre membro fondatore di EuropaBio, lobbi industriale per la legalizzazione degli OGM in Europa. Sia Bill Gates che la GlaxoSmithkline sono grossi fornitori del Dipartimento di Difesa americano: GSK ha fornito all’esercito statunitense oltre 75 milioni di dollari in vaccini, farmaci e attrezzature sanitarie, mentre Bill Gates ha fatto affari per oltre 270 milioni di dollari in hardware e software. E così ora, guarda caso, scopriamo GSK, Bill Gates e l’esercito statunitense impiegati da oltre una dozzina d’anni in una massiccia campagna di vaccinazioni, in cui sono stati investiti oltre mezzo miliardo di dollari. È dal 1998, infatti, che il vaccino RTS, S/AS02 viene testato nell’Africa Subsahariana, in collaborazione con la USAMRU-K, unità speciale africana dell’esercito americano». (fonte)


Nodding disease baffles experts


NODDING DISEASE: UNA MALATTIA
CHE PREOCCUPA E FA ORRORE
I giornali e i siti del mondo anglofono ne parlano insistentemente da tempo e  nell'ultimo mese in particolare (in Italia, come spesso avviene, la notizia, salvo alcune eccezioni, come L'Indro, non ha destato ancora l'interesse di nessuno). Provate a digitare "nodding disease" su un motore di ricerca e vedrete un numero considerevole di articoli postati nell'ultimo periodo, oltre che video di ogni genere. 
Nel Nord dell'Uganda, in Tanzania e in Sud Sudan, le autorità sanitarie, le organizzazioni internazionali e le ONG sono preoccupate per un'epidemia di una malattia dai contorni, per ora ancora misteriosi, e che coinvolge i bambini. Una malattia che per le sue caratteristiche, ad esempio colpire i bambini e ridurli ad uno stato di "automi", tocca non solo la mente, ma anche il cuore di chi guarda con attenzione questi luoghi, forse un pò dimenticati, del mondo. Un'ennesima tragedia che rischia di abbattersi su un area del nostro pianeta dove già la vita non è facile, per tutti e per i bambini in particolare.
Tecnicamente la malattia, chiamata per ora Nodding Disease (il nome deriva dall'inglese nod, annuire, che sottolinea un gesto tipico  e patognomonico della malattia), potrebbe essere definita una "nuova malattia", nel senso che la scienza biomedica ancora non è in grado di identificarne con certezza eziologia (da cosa deriva), delinearne le modalità di trasmissione e di conseguenza le cure efficaci.
In realtà la malattia fu osservata per la prima volta nel 1962 in Sudan, sebbene la relazione con l'attuale sindrome, sia stata solo recentemente confermata.
La malattia - che come dicevamo colpisce solo bambini tra i 5 e 15 anni - è caratterizzata da un forte ritardo mentale (su base di un'atrofia cerebrale), da sintomi neurologici tra cui appunto il movimento del capo nel senso di annuire (da cui appunto il nome della malattia) e da crisi tonico-cloniche, simil epilettiche, tanto che inizialmente si pensò al una forma appunto di epilessia (ancora oggi l'OMS nelle sue schede continua a scrivere malattia legata all'epilessia).
Il risultato è che questi bambini deambulano in questo stato "semi-catatonico" nei villaggi, al punto che qualcuno ha anche paragonato, questi bambini a dei moderni "zombi". Il risultato è che avvengono molti incidenti (affogamenti, ustioni, cadute) e quindi spesso i bambini vengono legati (vedi la foto in alto) per tutelare la loro incolumità. Cosa che a noi fa inorridire e gridare alla scandalo, ma vi assicuro che nelle realtà rurali africane diventa spesso, purtroppo tristemente, l'unica possibilità per evitare incidenti e permettere alla famiglie di continuare a vivere. Senza andare molto lontani, nel nostro paese si facevano cose analoghe  e peggiori, fino ad alcuni decenni or sono, per molte patologie mentali.
Gli studi attuali portano ad una stretta relazione tra la nodding disease e l'Onchocerca Volvulus, un nematode (verme) responsabile della cecità dei fiumi, ad una relazione con alcune carenze vitaminiche, mentre sembra esclusa qualsiasi trasmissione tra uomo e uomo.
Solo in Uganda sono stati diagnosticati 3097 casi a partire dal 2010 e di questi 174 sono morti.
Un padre porta il figlio, affetto da ND, in OspedaleNaturalmente da tempo l'Organizzazione Mondiale della Sanità segue la faccenda, sia da un punto di vista epidemiologico, sia di quello degli studi, sia sul piano delle eventuali modalità di trattamento dei giovani pazienti. Recentemente in Uganda è stato aperto il primo Centro per il Trattamento dei Malati di Nodding Disease.
Infine mi sembra corretto segnalare che avviene in queste aree del mondo quando sorgono (o si modificano) nuove patologie, qualcuno inizia già a parlare di una relazione con alcuni vaccini somministrati ai bambini. Ora che l'Africa sia stata - e purtroppo continua a esserlo - soggetta a sperimentazioni di ogni genere è cosa risaputa (qualche volta si è riusciti perfino ad ottenere risarcimenti da parte delle multinazionali del farmaco) per cui ogni ipotesi andrebbe seriamente investigata.
Certo, finchè la malattia colpirà solo un pò di bambini neri dell'Uganda, sarà molto difficile che la comunità scientifica internazionale, e l'opinione pubblica, si attivino seriamente per evitare l'ennesima violenza sull'infanzia africana. Forse parlarne può aiutare.
Ecco una buona analisi sulla patologia, dal sito ScienceBlogs, postata solo qualche settimana fa.


No cure yet for mystery Ugandan 'nodding disease'


APOCALISSE ZOMBIE?

La “Sindrome di Nod” (una pandemia mortale non ancora identificata) è molto simile alla “Narcolessia”, una malattia neurologica caratterizzata da ipersonnia, i cui sintomi principali sono: eccessiva sonnolenza diurna, cataplessia, allucinazioni ipnagogiche, paralisi del sonno e in alcuni casi anche da paralisi ipnagogica (inabilità da parte dell’individuo di muoversi o parlare). La differenza però sta nel fatto che molti di questi bambini, di età compresa tra i 5 e i 15 anni, muoiono per via di crisi epilettiche (la ”Sindrome di Nod” provoca spasmi incontrollabili) e a causa della malnutrizione.
I decessi talvolta sono dovuti ad incidenti di vario tipo, causati dagli svenimenti improvvisi dovuti alle forti convulsioni. Finora gli esperti non sono riusciti a curarla né a contenerla, e soprattutto non si spiegano da cosa nasca. Inizialmente, il CDC sospettava che si trattasse di una specie di isteria collettiva, ma poco tempo dopo, dagli scanning cerebrali effettuati sui pazienti, è emerso che si tratta di una malattia che causa una forte atrofia cerebrale.
In realtà i sintomi di questa malattia sembrerebbero rientrare nelle reazioni avverse da vaccino.
Come leggiamo nel sito ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, vi è una dichiarazione sulla correlazione della “malattia del sonno” con il vaccino contro l’H1N1. In Svezia, per esempio, è stato riferito che il rischio di contrarre la malattia era quattro volte maggiore nei bambini e negli adolescenti vaccinati rispetto ai soggetti non vaccinati.
La Finlandia ha aperto un’indagine sul vaccino Pandemrix in seguito alla comparsa di casi di “nodding Disease” in bambini vaccinati; tra i sintomi che questi presentavano, c’era la completa perdita del tono muscolare durante gravi attacchi.
Anche il giornale tedesco Bilde Zeitung ha pubblicato un articolo sui casi di narcolessia presentatisi in seguito a vaccinazione.
Sul sito ”Age of Autism”, compare un’interessante notizia sulla “Sindrome di Nod” in Uganda in cui la giornalista afferma che  
“la popolazione del nord Uganda, è stata largamente coinvolta in sperimentazioni sui vaccini H1N1″
e che
“il governo Ugandese ha sempre permesso alle case farmaceutiche di fare test sulla popolazione, compresa la sperimentazione dei farmaci contro l’AIDS. Questo è ben noto al governo, anche se non credo che la popolazione venga informata di questi test”.
I veri “invisible children” sono i bambini africani utilizzati come cavie per sperimentare dei vaccini contenenti sostanze nocive all’organismo. I “bambini invisibili” in Uganda sono quelli che muoiono per questa “malattia misteriosa” che nessun “esperto” ha mai pensato di ricollegare ai vaccini.


Come il mercurio contenuto in alcuni vaccini
causa processi neurodegenerativi cerebrali

Il Genocidio dell'Ultimo Uomo - Vaccini, Acqua, Fluoro


BAMBINI AFRICANI CAVIE DELLA

SPERIMENTAZIONE DI NUOVI VACCINI

Fonte web - da Autismo & Vaccini il 15 gennaio 2011
Per lo sviluppo del programma sono già stati investiti più di 500 milioni di dollari e lavorano fianco a fianco i ricercatori di un colosso mondiale del settore farmaceutico e i migliori medici delle forze armate USA. Sponsor, l’onnipotente padrone delle nuove tecnologie informatiche. Si tratta della sperimentazione di un nuovo vaccino contro la malaria, nome in codice “RTS,S/ASO2”.
Una speciale unità dell’esercito statunitense in Kenya (USAMRU-K) e la multinazionale britannica GlaxoSmithKline (GSK) stanno eseguendo decine di migliaia di test su bambini e neonati in alcuni dei villaggi più poveri del continente africano. Il tutto sotto l’occhio vigile di US Army Africa, il comando delle forze militari terrestri in Africa istituito a Vicenza che tra gli scopi annovera il “supporto delle missioni mediche di US Army nel continente nero”. È nel Muriithi-Wellde Clinical Research Centre di Kombewa, città della provincia di Nyanza (Kenya), che i dati della sperimentazione del vaccino vengono raccolti ed analizzati dal team di USAMRU-K.
“La nostra unità dipende dal Comando per la Ricerca Medica dell’US Army (USAMRMC) che ha sede a Fort Detrick, Maryland, ma noi stiamo coordinando le attività nel continente con l’US Africa Command (AFRICOM) di Stoccarda e US Army Africa di Vicenza”, spiega il portavoce di USAMRU-K. “A Kombewa è in avanzata fase di sviluppo la ricerca sull’efficacia del vaccino contro la malaria, malattia trasmessa da zanzare infette.
USAMRU-K partecipa alla sperimentazione di quello che potrebbe diventare il primo vaccino anti-malarico per bambini. I partecipanti ricevono cure gratuite per la durata di tre anni scolastici. Una volta provata la sua sicurezza ed efficacia, il vaccino potrà essere immesso sul mercato. Lo studio odierno nasce da una partnership con la PATH Malaria Vaccine Initiative (MVI) e la compagnia farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK)”. Per lo sviluppo del vaccino, GSK ha già investito 300 milioni di dollari e altri 100 verranno spesi nei prossimi due anni. Al finanziamento delle ricerche ha contribuito con 107,6 milioni di dollari l’organizzazione statunitense “no-profit” Path, utilizzando un fondo ad hoc della Bill & Melinda Gates Foundation, la fondazione “umanitaria” del magnate di Microsoft, Bill Gates.
Il vaccino RTS,S/AS02 è stato creato nel 1987 nei laboratori del Belgio di GSK Biologicals (una partecipata Glaxo) ed è stato testato la prima volta nel 1992 su “alcuni volontari” negli Stati Uniti d’America, grazie alla collaborazione dell’US Walter Reed Army Institute of Research, l’istituto di ricerca medica dell’esercito USA con sede a Washington. La prima campagna di sperimentazione ad ampio raggio dell’RTS,S ha però preso via in Africa nel 1998 e nel biennio 2002-2003 i test sono stati eseguiti sulla popolazione “adulta” dei villaggi di Kombewa nel Centro clinico co-gestito da USAMRU-K.
“I test fornirono dati incoraggianti in termini di sicurezza e immunogenicità, così a partire della fine del 2003 è stata avviata la fase sperimentale “Ib” su 90 bambini della stessa aerea geografica, che ha prodotto risultati ancora una volta incoraggianti”, si legge in un report della GlaxoSmithKline. “Subito dopo è partita la fase “II”, condotta su oltre 2.000 bambini nel sud del Mozambico. I risultati di questo test, pubblicati dalla rivista medica The Lancet nel 2004 e 2005, hanno mostrato che l’RTS,S è stato efficace per un periodo di 18 mesi nel ridurre la malaria clinica nel 35% dei casi, e la malaria grave nel 49%”.
Ignoto, ovviamente, cosa sia accaduto nel restante numero di casi, 1.300 bambini in carne ed ossa.
Qualche tempo dopo è stata avviata la fase sperimentale “”IIb” per determinare l’efficacia “a lungo termine” del vaccino anti-malarico. A far da cavie, stavolta, più di un migliaio di neonati di Kenya e Tanzania e un imprecisato numero di bambini in Mozambico. I risultati sono stati pubblicati l’8 dicembre 2008 dal New England Journal of Medicine: “In 340 bambini di età compresa tra i 5 e i 17 mesi, l’RTS,S/AS01 ha ridotto il rischio di episodi clinici di malaria del 53%, su un periodo di follow-up di otto mesi, quando è stato amministrato a 8, 12 e 16 settimane di età con un vaccino comune contenente antigeni per la difterite, il tetano la pertosse e l’haemophilus influenzae B (Hib).
Lo studio ha inoltre riportato il 65% in meno nell’insorgenza delle nuove infezioni su un periodo di follow-up di tre mesi dopo la somministrazione delle tre dosi vaccinali”. Negli stessi mesi veniva realizzato un ulteriore test in Kenya e Tanzania su 894 bambini tra i 5 e i 17 mesi di età. “Si è valutata la sicurezza e l’efficacia dell’RTS,S/AS, combinato ad un altro Sistema Adiuvante di proprietà della GSK, noto con il codice AS01”, spiegano i responsabili della società farmaceutica. “Sono state somministrate ad ogni bambino altre tre dosi del vaccino sperimentale RTS,S/AS01 o il vaccino anti-rabbico.
È stato provato che la formula RTS,S/AS01 riduce gli episodi di malaria clinica del 53% in un periodo medio di otto mesi. Studi successivi in Mozambico con l’utilizzo del vaccino RTS,S congiuntamente ad un Sistema Adiuvante differente della GSK (AS02) hanno provato il 35% di efficacia contro la malattia clinica per 18 mesi in bambini di età compresa tra uno e quattro anni”. Nel maggio 2009 ha infine preso il via la fase sperimentale “III” che ha visto la somministrazione del vaccino a più di 16.000 bambini di sette paesi dell’Africa Sub-Sahariana (Gabon, Mozambico, Tanzania, Ghana, Kenya, Malawi e Burkina Faso).
Secondo US Army, nel centro clinico di Kombewa sarebbero stati sottoposti a test più di un migliaio di bambini di età compresa tra i cinque mesi e tre anni. “Il passo successivo sarà quello di trovare un altro migliaio di partecipanti che abbiano non più di sei settimane di vita”, spiega la responsabile del presidio militare. “Ciò significa ottenere la fiducia di nuove madri nei villaggi rurali, dato che esse partoriscono sempre in casa”. Un comunicato della GlaxoSmithKline in data 21 aprile 2010 afferma che “se sarà provata l’efficacia sui bambini tra i 5 e 17 mesi d’età, il nuovo vaccino sarà sottoposto ai controlli delle autorità sanitarie internazionali nel 2013”.
Ulteriori dati sulla sicurezza e immunogenicità “saranno presentati quando essi saranno pronti”. “Se tutto andrà bene – prosegue GSK – la somministrazione generale dell’RTS,S ai bambini di età compresa tra le 6 e le 12 settimane di vita sarà possibile entro cinque anni”. Se tutto andrà bene, dunque. Male che va si potrà pensare di estendere la sperimentazione ad altre decine di migliaia di piccolissime cavie umane in tutto il continente africano. Se appare incredibilmente spregiudicata e priva di etica la massiccia sperimentazione del vaccino in aree del continente dominate dalla fame, dal sottosviluppo, dall’analfabetismo e dall’assenza di qualsivoglia servizio primario, desta profonda inquietudine il ruolo assunto nella vicenda da un’unità “sanitaria” d’élite delle forze armate USA. USAMRU-Kenya vanta però una lunga tradizione nel campo della “ricerca scientifica” e della “prevenzione” delle infermità tropicali.
In qualità di task force operativa estera del Walter Reed Army Institute of Research, l’unità fu inviata in Kenya nel lontano 1969 per avviare uno studio sulla tripanosomiasi, un’infezione parassitica trasmessa dalla mosca tse-tse. Nel 1973 USAMRU stabilì una propria sede permanente a Nairobi grazie ad un accordo con il Kenya Medical Research Institute. Negli anni successivi furono aperti laboratori nella capitale e nel Kenya occidentale (Kisumu, Kisian, Kombewa e Kericho) per la sperimentazione di farmaci contro malaria, tripanosomiasi, “malattie infettive globali emergenti” e l’HIV/AIDS. Proprio all’AIDS sono stati destinati gli sforzi maggiori più recenti: nell’ambito dell’United States Military HIV Research Program (USMHRP), lo staff di US Army sta sviluppando il vaccino HIV-1 ad efficacia globale e testando e valutando altri vaccini sperimentali contro l’AIDS. La sede del programma HIV è stata stabilita ancora una volta in Kenya, a Kericho, alla fine del 2000.
Coincidenza vuole che a fine dicembre 2000 nasceva pure in Gran Bretagna la GlaxoSmithKline (GSK) grazie alla fusione di due grandi società farmaceutiche, Glaxo Wellcome e SmithKline Beecham. Con oltre 100 mila dipendenti e un fatturato di 34 miliardi di euro, GSK si colloca al secondo posto nel mondo con una quota di mercato del 5,6%, dietro il gruppo Pfizer. Il comportamento “etico” della multinazionale è stato duramente stigmatizzato da più parti e non sono mancati gli scandali che l’hanno vista direttamente coinvolta. Tra le fondatrici di EuropaBio, l’associazione-lobby che raggruppa le industrie che promuovono la legalizzazione della produzione e dell’impiego di cibi geneticamente modificati, GlaxoSmithKline è stata messa sotto inchiesta dalle autorità argentine a seguito della morte nel 2008 di 14 bambini sottoposti alla sperimentazione di un nuovo vaccino contro la polmonite e l’otite. Altri due bambini sarebbero morti durante analoghi test a Panama e Cile.
Agli inizi del 2007 la GSK aveva cominciato la somministrazione di 15.000 vaccini contro lo pneumococco ad altrettanti bimbi minori di un anno in tre regioni del nord argentino, Mendoza, San Juan e Santiago dell’Estero. Secondo gli organi di stampa locali, i genitori, di origini umili, “firmavano senza sapere che si trattava di una sperimentazione in fase tre, direttamente su umani, di un farmaco che poteva comportare dei rischi”. Nonostante l’indagine, GSK ha iniziato a distribuire in tutto il continente africano il vaccino Synflorix “per combattere le malattie pneumococciche invasive”.
Si tratta di un programma “umanitario” dal costo di 1,3 miliardi di dollari voluto da G8, Banca Mondiale e UNICEF, finanziato in buona parte dall’Alleanza pubblico-privato internazionale GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunisation), da cinque paesi donatori (Gran Bretagna, Canada, Russia, Norvegia e Italia) e dall’immancabile Bill & Melinda Gates Foundation. È prevista la distribuzione fino a 300 milioni di dosi prodotte da un impianto aperto dalla multinazionale a Singapore. Proprio un bell’esempio di mercato globale. Mentre fatturati e guadagni si moltiplicano inverosimilmente, il management di GSK ha varato un piano che prevede la chiusura a breve termine del Centro ricerche e produzione antibiotici di Verona, uno dei due impianti posseduti in Italia dalla società. A rischiare il licenziamento sono più di 600 lavoratori. Delocalizzazioni nel sud-est asiatico, test sui bambini africani, smantellamento dell’apparato produttivo in Europa. E nello sfondo la guerra, altro crimine del capitalismo dal volto sempre più disumano.
Nell’ultima decade, la GlaxoSmithKline ha sottoscritto con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America ben 61 contratti per la fornitura di vaccini, farmaci e attrezzature sanitarie, per un importo complessivo di 75.555.579 dollari. Assai meno di quanto fatto però dal partner e “mecenate” Bill Gates: in computer, programmi e war games, Microsoft-Gates ha fatto affari con il Pentagono per 278.480.465 dollari. Due volte e mezzo in più di quello che è stato reinvestito per i nuovi vaccini contro la malaria.
Se al posto di questi bambini vi fosse vostro figlio?… come reagireste?


APPROFONDIMENTO

Succede in Finlandia. Dove due studi confermerebbero i sospetti per l’aumento dei casi nei bimbi geneticamente predisposti dopo la profilassi contro l’influenza A. In Italia usato un altro siero

Nei vaccini c'è il mercurio: è contenuto in un conservante che si chiama Tiomersale, ovvero timerosal, mercuriotiolato, etilmercuriotiosalicilato, sodio timerfonato. Lo si può trovare nei vaccini contro il tetano, difterite e pertosse, antiepatite A, antiepatite B e antiinfluenzale. Negli Stati Uniti l'ente di controllo sui farmaci, la FDA, ha intimato che il timerosal venga eliminato dai vaccini, già dal 99. In Italia invece ce lo teniamo. Perché? Lo sanno negli ambulatori vaccinali delle USL, che c'è il mercurio nei vaccini?


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