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sabato 3 novembre 2012

Vincent (Tim Burton animated short) ENG


Vincent (Tim Burton animated short) ENG



Vincent è un cortometraggio animato di Tim Burton prodotto da Rick Heinrichs per la Walt Disney Productions nel 1982. Il primo lavoro del regista, di cui si riconoscono i tratti non solo nella tecnica dello stop motion utilizzata per dar vita ai personaggi -la stessa che Burton utilizzerà in molti altri suoi film prodotti dalla Disney fra cui Nightmare before Christmas e La sposa cadavere- ma anche l’amore del regista per il genere horror e le ambientazioni noir e gotiche.
Vincent Malloy è un bambino, ha sette anni ed è assai per benino. Queste sono le parole con cui comincia la filastrocca con cui viene raccontata la storia di Vincent, che però non è contento della sua vita, che vorrebbe trasformare in un film dell’orrore, come quelli di cui è protagonista il suo attore preferito, Vincent Price, che Tim Burton sceglie come voce narrante del cortometraggio, come ulteriore omaggio al genere. E come un racconto dell’orrore il corto finisce, con il piccolo Vincent Malloy, ormai in preda ad angoscianti deliri scaturiti dal suo amore per il macabro, che cita le parole dal Corvo di Edgar Allan Poe: “L’anima mia da quell’ombra laggiù, Non si solleverà mai più, Mai più, Mai più”.
Come un filastrocca inquietante, il testo del cortometraggio Vincent di Tim Burton segue e incalza le immagini:
Vincent Malloy è un bravo bambino Ha sette anni ed è assai per benino. Per la sua età ha virtù assai rare, Ma a Vincent Price vuol somigliare. Ha un gatto un cane ed una sorella Ma vuole soltanto una vita più bella. In orridi antri per meglio sognare Con rettili e topi vorrebbe abitare. Con loro vivrebbe incredibili orrori Sentendosi preda di ghiacci sudori. Vagare vorrebbe in tenebra oscura
Sfidando pericoli senza paura. Con larghi sorrisi accoglie la zia Né mai vorrebbe lasciarla andar via.
Immagina infatti con grande piacere Di farne una statua per il museo delle cere. Sevizia ogni giorno il suo cane Abercrombie Sperando di trarne un orribile zombie Col quale poter nella nebbia vagare
Per fare poi strage di vittime ignare. Non vuole soltanto incuter paura Adora egualmente lettura e pittura. Pinocchi e fatine non legge però Lui adora soltanto i racconti di Poe. Una notte leggendo alla fievole luce Fece un sobbalzo a una storia sì truce: La giovane moglie che tanto adorava
Giaceva ancor viva nella sua bara! Con impeto folle si mise a scavare, Quell’orrido dubbio voleva fugare. Ma ciò che scavava scoprì che in realtà Era solo l’aiuola che amava mammà. In camera chiuso si ritrovò Ed esser recluso si immaginò. Il solo conforto in tanto dolore Era il ritratto del grande suo amore. Mentre languiva angosciato e disfatto La madre arrivò e lo colse sul fatto.
Disse: “Se vuoi puoi andare a giocare Fuori c’è il sole ti devi svagare!” Tentò di parlare ma gli mancò il fiato, La triste prigione lo aveva fiaccato. Scrisse: “son vittima di una magia, Da questa torre non potrò mai andar via”. La madre rispose: “ma che prigioniero via dalla testa questo sciocco pensiero! Non sei Vincent Price, sei Vincent Malloy dovrai pur comprenderlo, no, prima o poi! Non sei né pazzo né tormentato, La vita non ti ha ancora neanche sfiorato. Sei solo un bambino di sette anni Va a divertirti e abbandona gli affanni!” La mamma calmata la stanza lasciò E Vincent distrutto al mur si appoggiò. Fu allora che tutto si mise a tremare E dalla pazzia si lasciò trasportare.
Udì Abercrombie il suo cane latrare Sentì sua moglie dalla tomba chiamare. Orrende cose la donna chiedeva E con mani scheletriche si protendeva. L’orrore suo esplose in risata assordante Che in breve divenne un urlo agghiacciante. In preda a follie alla porta arrivò Ma lì senza vita al suol si accasciò. Con flebile voce il ragazzo citò Le parole del corvo di Edgar Allan Poe: “L’anima mia da quell’ombra laggiù Non si solleverà mai più Mai più Mai più”.


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