L'isola di plastica nel Pacifico è il doppio degli Stati Uniti
Nel Pacifico settentrionale c’è un grande vortice di rifiuti da decenni. Sul luogo, milioni di animali si nutrono di questa immondizia.
In pochi sanno che nell’ Oceano Pacifico settentrionale, a Nord delle Isole Hawaii, vi è una grande area in cui la concentrazione di immondizia e spazzatura di origine antropica è talmente alta, da poter essere considerata unavera e propria isola di rifiuti. Questo enorme accumulo che occupa, secondo alcune stime, un’area di 10 milioni di chilometri quadrati con oltre 100 milioni di tonnellate di materiali, si è formato dagli anni ’50 a causa del Vortice subtropicale del Nord Pacifico, una corrente oceanica che si muove in senso orario formando una grossa spirale.
In questa spirale si sono accumulati per decenni rifiuti di origine umana, che oggi sono diventati unpasto per milioni di animali marini. Una catastrofe ecologica senza eguali. Si calcola che siano almeno 267 le specie diverse che si sono nutrite nell’ Isola di Plastica. Tra queste vi sono pesci, meduse, uccelli, balene, delfini, crostacei, molluschi e tartarughe marine. Mentre il problema è ormai noto da decenni ancora nessun provvedimento è stato preso per ripulire l’ area. Altre isole di rifiuti esistono un in altre aree marine del mondo, dove queste correnti oceaniche a spirale raccolgono ammassi di spazzatura per decenni.
Plastic paradise: tutta la verita' sull'isola di plastica del Pacifico (video)
Un viaggio durato 7 anni per conoscere e combattere l'Isola di plastica del Pacifico, in inglese Pacific Trash Vortex , conosciuta anche come Great Pacific Garbage Patch. Lo ha intrapreso Angela Sun, surfista, subacquea e amante dell'oceano, che ha trasformato la sua avventura in un documentario: "Plastic Paradise: The Great Pacific Garbage Patch".
Angela stava lavorando come corrispondente per la Current TV quando un collega le ha raccontato dell'enorme macchia composta soprattutto da plastica che galleggia indisturbata a partire dagli Anni '50 nell'oceano (anche se la sua scoperta risale al 1997 per opera dell' oceanografo Charles Moore). Incuriosita e indignata, ha inziato a documentarsi su quella che sembrava, all'epoca, quasi una leggenda metropolitana.
Purtroppo, però, non era affatto così. La sua ricerca della verità, e del perché la gente dovrebbe preoccuparsi dell'isola di plastica, è oggi diventata una pellicola che sta facendo il giro di numerosi festival. Angela Sun scrive e dirige questo vivace racconto del suo viaggio verso il Midway Atoll per vedere di persona il Great Pacific Garbage Patch e studiarne gli effetti. Narrato in maniera coinvolgente e vivace, PLASTIC PARADISE ci apre gli occhi sulle conseguenze della plastica salute, ambiente e inquinamento.
Il film presenta splendide inquadrature panoramiche accanto a immagini terribili sugli effetti terribili dell'inquinamento, soprattutto sulla vita marina. Filmati storici come cinegiornali e pubblicità si alternano con interviste, convegni del settore plastica, discussioni con gli scienziati e sconcertanti testimonianze dal mondo del settore della plastica.
Plastic paradise pone domande cruciali che dovrebbero spingerci ad azioni collettive che possiamo (e dobbiamo) intraprendere per arginare i danni ambientali e per la salute creati da questo prodotto sintetico che "non va mai via". Perché, come spiega il documentario, "ogni singolo pezzo di plastica che sia stato creato dal 19° secolo a oggi è ancora da qualche parte sul nostro pianeta. Quindi, se mai se ne va, dove va a finire?". Purtroppo la risposta è nella storia raccontata da Angela.
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